La dedica del 2018 al cibo italiano, voluta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, comincia a trovare una sua direzione, con la nomina di tredici esperti che vanno a comporre il comitato tecnico di coordinamento presieduto dal direttore generale Turismo del MiBACT, Francesco Palumbo. Tra le personalità designate dal Ministero c’è anche Cristina Bowerman, la presidente dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto. «Sono orgogliosa di fare parte del Comitato», ha twittato la chef pugliese di casa a Roma che, sin dalla sua fondazione, guida l’Associazione che ha come scopo il rafforzamento e la valorizzazione della cultura agroalimentare ed enogastronomica italiana. Un obiettivo che è perfettamente in linea con quello dichiarato dal Mibact che, in stretta collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, si dovrebbe fare carico di promuovere durante l’anno iniziative e azioni per rappresentare la produzione eno-gastronomica e la cucina italiana nelle loro caratteristiche di «grandi attrattori turistici del nostro Paese».

L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, però, non è rappresentata dalla sola presidente. Fra i tredici esperti «di chiara fama» (così come sono stati definiti nella comunicazione della nomina), infatti, ci sono anche Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, nonché presidente onorario degli Ambasciatori del Gusto, l’associato benemerito Massimo Montanari, professore ordinario di Storia dell’alimentazione e presidente di Casa Artusi, e gli associati fondatori Massimo Bottura ed Enzo Coccia. A loro si aggiungono il fondatore di Eataly Oscar Farinetti, il presidente dell’Unione internazionale enologi Riccardo Cottarella, il nutrizionista Giorgio Calabrese, il presidente di Seeds&Chips Marco Gualtieri, la vice presidente del Touring Club Italiano Claudia Sorlini, il professore di tradizioni alimentari del Mediterraneo Elisabetta Moro, il direttore generale della Fondazione Qualivita Mauro Rosati e il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello.

Non è un compito facile quello che attende il Comitato. Il patrimonio enogastronomico è già parte essenziale del paesaggio culturale italiano. «Il cibo è la porta di accesso più immediata di un territorio, è la prima esperienza con la quale il viaggiatore contemporaneo cerca un contatto con la cultura e le tradizioni del luogo», spiega la lunga relazione del Mipaaf. Proprio per questo non è semplice dare vita a iniziative davvero capaci di promuovere in maniera più efficace «la ricchezza, l’eccellenza e la varietà della nostra tradizione enogastronomica». Eccellenze che, come dai dati diffusi da Enit-Ipsos, rappresentano nel 48% dei casi la ragione per cui i turisti scelgono un viaggio nel Belpaese. Le iniziative del 2018 Anno del Cibo Italiano dovrebbero riuscire a convincere una parte di quel 52% restante promuovendone la conoscenza internazionale. Tra i progetti già in itinere dovrebbe essere realizzata una campagna di comunicazione internazionale sul brand Italia magari con il rafforzamento della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”. Al momento è stato lanciata la campagna social incentrata su alimenti e piatti d’autore con l’hashtag #annodelciboitaliano e creata una lista di “sagre” locali sul sito del Mibact.

Mariella Caruso