AMBASCIATORE

«Vi potrei raccontare la mia storia. Vi potrei anche dire chi ero e chi sono. Rischierei però di tracciare un profilo strappalacrime, di parlarvi di un passato che ancora fa il prepotente, che mi sfida, che s’impone, che prova a tenermi testa. Al di là dei miei affetti, su tutti le mie tre figlie, in fondo ho fatto tutto da solo. Sfasciato, riaggiustato, costruito» scrive di sé il gran gelatiere Paolo Brunelli, lasciando così a noi l’onere di tracciarne un profilo biografico più preciso.

Marchigiano di Agugliano (Ancona), classe 1965, è creativo e poliedrico. Oltre ai due negozi-laboratorio – uno ad Agugliano e il secondo a Senigallia, dall’estate 2015 – dal giugno 2009 è direttore artistico del Gelato Artigianale Festival, sempre ad Agugliano. Nel 2011 la Crema Brunelli ha ottenuto il riconoscimento “Premio gourmet 2011”; nel maggio 2015 bis di applausi, in occasione di Expo, per la Torta Brunelli, con gianduia e nocciole di Cravanzana. A gennaio 2016 è uscito Avanguardia Gelato, il suo primo libro scritto con i colleghi Gianfrancesco Cutelli, Alberto Marchetti e Andrea Soban, vero e proprio manuale della gelateria moderna. È tra i fondatori della Compagnia dei Gelatieri, associazione creata per la diffusione del gelato “buono, pulito e giusto”.

Dice: «Il futuro di chi è nato in una famiglia di ristoratori sembra essere già scritto. La strada già spianata, le scelte quasi obbligate. Sai che avrai una vita simile a quella di tua madre. Ero giovane quando ho pensato che il mio futuro sarebbe stato nella ristorazione e nell’accoglienza. Avere un ristorante e un albergo significa portare avanti due attività nello stesso momento, significa sdoppiarsi rispetto alle responsabilità, significa anche ragionare su obiettivi vicini ma differenti. L’adolescenza e la mia prima gioventù sono trascorse quindi tra tentativi».

Poi la scelta: «Mi sono avvicinato al gelato con profondo rispetto perché il gelato è per tutti. Non fa distinzioni, non guarda all’età delle persone, arriva al portafogli di chiunque. Proprio perché così popolare è sempre fortemente giudicato e paragonato. Non avevo di certo le conoscenze che sarebbero servite per arrivare alla costruzione di un prodotto ottimale ed è per questo che non ho perso occasione di frequentare chi ne sapeva più di me». Oggi è lui che la sa lunga.